EGON TALLONE
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 "È una bella sensazione quando la mente, la mano ed il cuore si trovano in armonia e la voglia di dipingere dà libero spazio all' ispirazione e alla fantasia"    Egon Tallone 

Ho incominciato a dipingere quasi per caso inizialmente nemmeno su di una tela ma bensí su rocce, sassi ed anfratti discosti  attirato dalle tonalita di colori che la natura mi ha offerto durante le mie passeggiate nei boschi. La natura é stata la mia Accademia d’Arte con la sua luce, le sue sfumature  i suoi  sfondi naturali fonte di immaginaria ispirazione, mi ha fatto scoprire in modo spontaneo  la bellezza dell’espressione attraverso la pittura in maniera primordiale ed istintiva, quasi a ricordare i primi artisti dell' era Preistorica.
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Antiche testimonianze "omaggio alle grotte di Lascaux"

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In un tempo dove la tecnologia virtuale, l'era del telefonino e d'internet fanno ormai parte della vita quotidiana , potrebbe sembrare paradossale l'interesse a quelle che un tempo ormai remoto (periodo paleolitico), furono e sono tutt'ora le antiche pitture rupestri di Lascaux, Altamira e Chauvet.
Antiche testimonianze, nascoste per migliaia di anni in grotte oscure, quasi per timore di essere scoperte e svelate nella loro bellezza. Stupefacenti rappresentazioni artistiche venute alla luce quasi per caso.
Desidero con questi miei dipinti , rendere omaggio a questi luoghi magici, ai primi artisti che con gesti semplici ma essenziali hanno saputo regalarci queste splendide antiche testimonianze sull'evoluzione dell'uomo.
Pablo Picasso disse a proposito delle pitture rupestri di Altamira
" da Altamira in poi tutto é decadenza, nessuno di noi é in grado di dipingere così bene".

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Durante il mese di agosto del 2021 ho avuto l’onore di incontrare Ingmar M. Braun noto preistorico e archeologo Basilese e vero intenditore del periodo Paleoltico nonché esperto di arte dell’ era glaciale in Europa e di  arte rupestre in tutto il mondo.
La visita di  Ingmar e del suo staff non é stata casuale, ma bensi resa possibile da Luigi Corfù storico Mesolcinese che su segnalazione di alcuni giovani Boulder di Mesocco sulla  presenza di presunte pitture rupestri  in un bosco  Mesolcinese ha organizzato questo incontro per svelare l’arcano di tali dipinti risalenti  a soli 20 anni fa e non decisamente del era Paleolitica.
Sinceramente non credevo che i miei dipinti “rupestri” ormai sbiaditi dopo tanti anni,  ispirati ai veri artisti delle grotte di Lascaux potessero generare questo interesse e poterli mostrare dal vivo all'archeologo Ingamar e ai suoi collaboratori é stato semplicemente e magicamente emozionante.
www.palaeolithikum.com

1605 - 2005  Don Chisciotte della Mancia
In occasione del IV Centesimo anniversario della pubblicazione dell'opera letteraria di Miguel Cervantes Saavedra

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Alonso Quijada é un gentiluomo di campagna , rappresentante di una nobiltà ormai estinta che caratterizzò la Spagna del 500 dove spesso le giornate passavano lunghe e noiose in quella regione chiamata La Mancia. Per sfuggire da questa vita priva di forti emozioni, Alonzo Quijada si dedica in modo appassionato alla lettura di romanzi cavallereschi fin da esserne talmente suggestionato da volerne imitare le gesta. Rispolvera una vecchia armatura e autonominatosi Don Chisciotte della Mancia, incomincia il suo avventuroso pellegrinaggio frutto della sua immaginazione. Nella sua fantasia la realtà acquista un altra dimensione e tutto nel suo immaginario diventa possibile, dalla sua investizione come cavaliere proclamata da un volgare oste, al credere che il suo povero ronzino sia un indomito destriero di nome Ronzinante ed eleggere la più bella delle belle una contadina del posto, chiamandola Dulcinea del Toboso a cui dedicarà le propie imprese cavalleresche . Le visioni della sua mente ormai alterata lo portano a confondere dei mulini a vento con smisurati giganti, greggi di pecore per eserciti in battaglia, osterie che si trasformano in castelli e semplici contadinotte in dame e principesse. Don Chisciotte confonde illusione e realtà,, esprimendo un disperato bisogno di evasione dalla vita quotidiana, dove la sua sfrenata fantasia lo conduce a roccambolesche avventure con esiti spesso non a lieto fine ma sempre inneggianti agli ideali di pace e lotta contro le ingiustizie, doti che caratterizzavano gli antichi cavalieri di cui Don Chisciotte di fa portavoce, accompagnato dal suo fido scudiero Sancho Panza un semplice contadinotto di campagna, personaggio semplice ma non stupido a volte ingenuo ma allo stesso tempo concreto e di buon senso, doti che gli impediscono di lasciarsi trascinare completamente dalle visioni strampalate del suo padrone.
Don Chisciotte é un personaggio dall'animo buono e generoso, visionario e sognatore, drammatico ed impacciato, che considera la società in cui vive priva di ideali dove vivere un sogno dettato dalle nobili regole dei cavalieri erranti, viene considerato come una pazzia, Da questo sogno Don Chisciotte si risveglierà, ritrovando la ragione paradossalmente solo in punto di morte, da qui la frase finale della storia "visse pazzo e morì savio". Nascono spontaneamente alcune riflessioni sul significato di quest'ultima e di chi non potrebbe immedesimarsi in Don Chisciotte che insegue una sua dama immaginaria o che lotta ogni giorno contro i mulini a vento alla ricerca di valori basati sul rispetto e la giustizia, libertà e generosità lottando  contro ogni soppruso, ipocrisia ed arroganza ?
Tutto questo dovrebbe far riflettere e meditare, non solo sul significato profondo del romanzo di Cervantes ambientato nel 500 ma bensi per le sue stesse similitudini riscontrabili ai giorni nostri dove aimé questi valori stanno ormai scomparendo.

Omaggio al cavallo nel tempo

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Il cavallo, conosciuto dalla civiltà umana sin dalla preistoria,  ha ispirato con il suo mistero la sua forza e armoniosa bellezza  il pensiero dell’ uomo,  raffigurato in magiche grotte , dipinto e scolpito  da grandi artisti , protagonista  nella narrativa  al fianco di cavallieri erranti alla ricerca dei loro sogni ,  spronato al galoppo verso l’ignoto in epiche battaglie  o all’inseguimento di bisonti nelle verdi praterie .
L’ uomo ne  ha saputo sfruttare la sua  forza e mansuetudine e non sempre  ricambiandolo per queste sue qualità con la stessa sensibilità  che sicuramente avrebbe meritato. Omaggio quindi al cavallo nella sua  affascinante bellezza, per quello che ci ha regalato attraverso il tempo e per la devozione  e pazienza che ancor oggi ci dimostra rendendo felici coloro che ne sanno apprezzare la sua intelligenza e generosa sensibilità.

Semplicemente figurativo

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Il mio concetto di semplicemente figurativo, non ha bisogno di troppi giri di parole per essere interpretato é facilmente visibile, nella sua semplicità rappresentata dai vari soggetti siano essi cavalli, figure femminili, cavalieri erranti, personaggi mitologici, pitture rupestri, paesaggi o ritratti. Il giudizio é soggettivo, un dipinto può dare una profonda emozione
o semplice indifferenza.

Opere effimere

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Tratti di volti o figure rappresentati  con un pezzo di carboncino trovato per caso  testimonianza di un focolare. Lasciarsi trasportare della fantasia dove per "dipingere" non servono tele o pennelli, tavolozze o colori ma semplicemente la voglia di esprimere senza timore quello che la natura del luogo sa offrire con le sue magiche tele naturali fonte d'ispirazione e sensazioni del momento e che ben presto svaniranno con la prima pioggia o soffiate dal vento, opere effimere destinate a durar poco nel tempo.


Sensualmente figurativo

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Sensualmente figurativo, eccitante e provocante allo stesso tempo, capace di suscitare  emozioni o turbamenti tra innocenza ed inquietudine in un vorticare di fantasie
che attraverso le sue forme e colori
vogliono rendere omaggio alla figura femminile
nella sua conturbante e stupenda bellezza.


Impara l'arte e non metterla da parte

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"Pablo Picasso disse a proposito delle pitture rupestri di Altamira
" da Altamira in poi tutto é decadenza, nessuno di noi é in grado di dipingere così bene" e propio prendendo spunto da questa frase detta dal grandissimo artista che é nato il progetto creativo pittorico sulle grotte di Lascaux in collaborazione con i docenti Pietro Solcà, Silvana Massera, con l'aiuto di mia figlia Alice e realizzato dagli allievi della 4a elementare di Mezzovico. Facendo un viaggio a ritroso nel tempo gli allievi non solo hanno  scoperto l'esistenza di queste stupende grotte dipinte, stimolati dalla loro creatività e voglia di dipingere sono riusciti con gesti semplici  ed essenziali a creare delle opere sorprendenti con i loro splendidi disegni rendendo omaggio ai primi artisti del paleolitco e alle loro splendide antiche testimonianze sull'evoluzione dell'uomo.


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